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Citazioni
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ROBERTA DE MONTICELLI
Estratti
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In questione è la natura stessa della filosofia, se possiamo assumerne a paradigma Socrate e contemporaneamente chiamare “filosofia” la più esplicita negazione dello spirito socratico (n.d.r. il riferimento e' ad Heidegger), fino all’ultima conseguenza, che è l’indifferenza alle distinzioni (fra il vero e il falso, il nobile e l’ignobile, la vittima e il carnefice). Un’indifferenza in cui molti, specie fra i più giovani, vedono invece una “filosofica” impassibilità.
Abituati come sono dai loro maestri a chiamare “moralismo” le distinzioni morali, e “violenza” quelle logiche. Ora, Heidegger ha ragione: Husserl è proprio uno sradicatore. Prendiamo un suo testo di quasi vent’anni prima, L’idea d’Europa, sull’universalità dei giudizi veri e ben fondati – anche quelli di semplice esperienza – che costituiscono acquisizioni per tutti: «quello che vedo io può vederlo chiunque… da qualsiasi cerchia culturale provenga, amico o nemico, greco o barbaro, figlio del popolo di Dio o Dio dei popoli nemici».
Ecco qui all’opera l’ebreo errante che sradica. Di più: Husserl insiste sullo sradicamento, non solo in relazione all’evidenza universale dei giudizi di fatto, ma anche e soprattutto in relazione alla ricerca di evidenza per i giudizi di valore: «così profondamente radicati (n.d.r. rif.ai valori acquisiti) nella personalità che già il loro metterli in dubbio minaccia di “sradicare” la personalità stessa, la quale ritiene di non poter rinunciare a loro senza rinunciare a se stessa – cosa che può portare a violente reazioni d’animo».
Cioè: sapere aude. Con l’aggiunta di una nuova e sofferta consapevolezza di quanto sia difficile il passaggio alla maggiore età: dalle care certezze della comunità d’appartenenza all’autonomia del pensiero adulto. Husserl insiste, spietato: «E non importa che piaccia o meno a me o ai miei compagni, che ci colpisca tutti “alla radice”: la radice non serve».
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...come si può considerare “elevata” l’idiozia etno-metafisica dell’ebraismo sradicatore? Come risulta bene dal passaggio di Husserl, Heidegger imputa a questo “sradicatore” quella che è per Husserl la gloria di Socrate: la vita esaminata, il vaglio critico delle tradizioni e culture d’appartenenza.
E che cosa insegna questo pensiero ai nostri figli? Nessuno lo ha detto meglio di Jeanne Hersch, filosofa ginevrina...
: “Un disprezzo ardente, appassionato, ossessivo, per tutto ciò che è comune, medio e generalmente ammesso; per il senso comune, per la razionalità, per le istituzioni, per le regole, per il diritto, per tutto quello che gli uomini hanno inventato, nello spazio in cui devono convivere, al fine di confrontare i loro pensieri e le loro volontà, di dominare la loro natura selvaggia, di attenuare il regno della forza. Assoluto disprezzo dunque, per la civiltà occidentale, cristallizzata in tre direzioni: la democrazia, la scienza, la tecnica; – per tutto ciò che, generato dallo spirito dell’Illuminismo, fa assegnamento su ciò che può esserci di universale nel senso di Cartesio, in tutti gli esseri umani.
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